Avere paura, provare gioia, essere irritati, sentirsi tristi sono disposizioni di base la cui funzione è di fornire una risposta immediata di tutto il corpo alle diverse condizioni in cui il soggetto si può trovare.
Le chiamiamo emozioni e ci dimostrano la parzialità dell’animale nell’interfaccia con il mondo. L’animale è soggettivo in quanto possiede delle emozioni, cioè degli stati interiori che lo portano ad assegnare certi valori alle situazioni. Le emozioni sono il risultato della relazione tra la condizione del corpo e ciò che la realtà esterna offre in un particolare momento.
Attraverso le emozioni l’animale è come se colorasse il mondo: a seconda di come si sente interiormente, il mondo assume tonalità diverse. Se per esempio è stanco e prova emozioni negative, non vede ciò che lo circonda allo stesso modo di quando sta bene. Emozioni come la tristezza o la paura trasformeranno il mondo in qualcosa di cupo. Essere soggettivi vuol dire quindi avere una lettura parziale della realtà. Nella lettura di ciò che lo circonda, l’animale non è mai oggettivo, il suo approccio è soggettivo appunto perché parziale e riferito alla propria condizione interna.
In questo senso, le emozioni rappresentano degli strumenti comportamentali indispensabili per adeguare lo stato mentale e fisico alla situazione contingente in cui il soggetto si trova in un particolare momento. Le emozioni sono perciò una prima e immediata interpretazione della situazione, in relazione a ciò che presenta, a quello che prefigura o, ancora, a cosa ricorda.
C’è un rapporto stretto tra emozione e stato del corpo,essendo il frutto di un processo evoluzionistico teso a rendere l’organismo tempestivo nel dare una risposta adeguata a ciò che la specifica condizione richiede. Da quali fattori corporei dipende quindi l’assetto emozionale dell’animale? Vediamone alcuni nel dettaglio.
Prima di tutto, il riposo che deve essere garantito nei tempi e nei modi adeguati; esso è di fondamentale importanza per il ripristino delle forze, dobbiamo quindi assicurare che il nostro animale possa riposare in modo adeguato, senza che nessuno lo disturbi ancora di più se questo è cucciolo. Il riposo infatti è strettamente connesso con l’equilibrio funzionale del cervello e del resto dell’organismo, agendo come meccanismo stabilizzatore per il recupero del sistema nervoso centrale.
Parallelamente, un altro aspetto importante per l’equilibrio emozionale di un animale è il poter fare un’adeguata ginnastica funzionale. Il cane ad esempio, ha bisogno di fare attività fisica e non si può pensare di dargli benessere mantenendolo in una sorta di inattività. Tutto il corpo chiede di poter stare in ottima forma fisica e la gran parte degli apparati si aspettano questo. Tanto il sistema circolatorio quanto quello linfatico – fondamentali per il benessere e per la prevenzione delle malattie – vengono tenuti in azione dalla pompa muscolare che pertanto deve essere tonica. Non bisogna ovviamente esagerare, ma non facciamo l’errore contrario di pensare che una carenza motoria non provochi in fondo nessuna compromissione. D’altro canto l’attività fisica, oltre a dare quel benessere tutto particolare che deriva dallo stancarsi, dà piacere perché attiva il sistema delle endorfine che calmano molto. Va peraltro detto che alcune tipologie di cani che nei secoli sono state selezionate per fare attività fisica soffrono ancor di più l’inattività perché la loro propensione innata è quella di fare attività.
Un cane ha bisogno di fare lunghe passeggiate più volte al giorno, che gli permettano di assecondare le sue motivazioni: una bella passeggiata per il cane significa avventura, perlustrazione, ricerca; il nostro cane ha bisogno di scoprire posti nuovi e per questo, se abitiamo in città, dobbiamo poter uscire dal contesto urbano, spingerci magari in un bosco dove potrà sbizzarrirsi con il suo naso! Gli organi sensoriali non hanno infatti solo una funzione di monitoraggio (estesica) vale a dire di fornire informazioni sulla realtà, ma anche una funzione gratificatoria (estetica) nel darci piacere e quindi orientarci verso certe cose o certe situazioni e allontanarci da altre. Spesso togliamo al cane una delle fonti più importanti di piacere, vale a dire la gratificazione sensoriale, quando non gli si consente di entrare in relazione con quegli elementi stimolativi che fanno parte delle sue aspettative.
Un cane ha bisogno di frugare con il naso un letto di foglie autunnali, di riempirsi gli occhi di un paesaggio boschivo, di sentire il contatto dell’erba sul corpo correndo in un prato, di ascoltare i suoni di un paesaggio rurale, di sentire sotto i polpastrelli il terreno umido, di nutrirsi dei piccoli movimenti di altri animali sul bordo di un fosso!
Altro aspetto importante è l’alimentazione, legata doppio filo con l’omeostasi emozionale. Nel pasto che prepariamo per il nostro cane, tutti i nutrienti devono essere apportati per fornire un’alimentazione corretta e bilanciata, gli alimenti devono essere facilmente digeribili e devono favorire una corretta peristalsi intestinale. Non bisogna appesantire organi come il pancreas o il fegato con eccessi di zuccheri e di amidi, per esempio. Se l’animale mangia bene, avrà emozioni positive!
Infine, lo stato emozionale è legato anche alla presenza di dolori fisici: artriti, otiti e dermatiti trascurate provocano uno stato di malessere nel cane che ne altera lo stato emozionale.
Insomma, è proprio il caso di riprendere l’antico detto romano, mens sana in corpore sano, se il corpo sta bene, anche le emozioni saranno positive così come la lettura del mondo esterno.
(articolo di Roberto Marchesini)